In questo articolo spieghiamo come diventare musicoterapeuti, una figura sempre più apprezzata in ambito sociosanitario ed educativo.
Cosa fa e come lavora un musicoterapeuta?
Il musicoterapeuta utilizza la musica e i suoi elementi (suono, ritmo, melodia e armonia) in setting individuali o collettivi per facilitare e promuovere la comunicazione, le relazioni, l’apprendimento, la mobilizzazione, l’espressione ed altri obiettivi terapeutici rilevanti per affrontare i bisogni fisici, mentali, sociali e cognitivi della persona. Il musicoterapeuta lavora con l’obiettivo di sviluppare le potenzialità o ripristinare le funzioni dell’individuo in modo tale che questi possa raggiungere una migliore integrazione intrapersonale e interpersonale e, di conseguenza, una migliore qualità della vita.
Cosa dice la legge sulla musicoterapia?
Ad inizio 2013 anche l’Italia ha definito un quadro normativo per questa disciplina, portando finalmente un po’ di ordine. La Legge 14 gennaio 2013, n. 4 (legge sulle professioni non organizzate) inquadra la musicoterapia nel vasto settore delle artiterapie. La norma UNI 11592 “Attività professionali non regolamentate – figure professionali operanti nel campo delle arti terapie”, pubblicata nel 2015, definisce in dettaglio i requisiti relativi all’attività professionale dei musicoterapeuti in termini di conoscenze, abilità e competenze. La norma definisce inoltre altri aspetti molto importanti quali gli elementi per l’accesso alla professione, nonché le modalità di valutazione degli stessi.
Quali competenze deve avere un musicoterapeuta?
Lo dice la parola stessa e quindi può sembrare ovvio, ma vale la pena ricordare che un musicoterapeuta, per potersi definire completo, deve essere in possesso di competenze musicali teorico-pratiche di buon livello su uno o più strumenti. Non è tanto l’aspetto artistico musicale ad avere importanza in questo caso, né tantomeno la perfezione dell’esecuzione, quanto l’efficacia di utilizzo nei percorsi terapeutici di uno o più strumenti musicali di tipo armonico, melodico e ritmico.
Accanto alle competenze strettamente musicali e di relazione, il professionista della musicoterapia deve essere in grado di progettare in dettaglio interventi e percorsi specifici in base all’utenza, valutandone e relazionandone accuratamente gli esiti ai committenti. Deve essere anche pronto a modificare i percorsi in base agli esiti, riformulando obiettivi e scadenze nel caso l’intervento dovesse rivelarsi scarsamente efficace. Svolgendo la sua attività molto spesso all’interno di strutture sociosanitarie ed educative, il musicoterapeuta deve saper infine lavorare in contesti ed equipe multiprofessionali, confrontandosi con gli esperti delle altre discipline e condividendo con essi risultati e valutazioni.
Come deve essere la formazione in musicoterapia?
La norma UNI sulle artiterapie prevede che, per accedere alla professione di musicoterapeuta, si debba essere in possesso di una laurea di tipo triennale o di un percorso assimilabile, della durata minima di 1200 ore suddivise in materie teoriche, laboratori pratici, tirocinio, pratica sullo strumento, supervisione e formazione ed approfondimento personale, come già riconosciuto dai criteri di accademie ed università. Il corso triennale di formazione in musicoterapia Cesfor permette l’accesso diretto, una volta superato, agli esami di certificazione professionale tenuti da enti specializzati e previsti dalla legge 4.
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